RUNTS: i pro e i contro per le ASD

Francesco Esposito Francesco Esposito SitoASD

In molti pensano che la recente riforma del terzo settore abbia inserito con un ruolo marginale le Associazioni Sportive Dilettantistiche, ma ad una lettura più attenta, seppur non in una veste centrale, le ASD possono giovare di alcuni importanti benefici.

Il dubbio principale consiste nel fatto che ci fosse incompatibilità tra ASD e terzo settore  e che, per farne parte, ci si dovesse riconvertire in APS sportive (Associazione di Promozione Sociale) e che l'iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) fosse obbligatoria.

Tale perplessita ha generato una serie di errori di valutazione che ha portato a:

  • cancellazione delle nuove APS formate, dai registri del CONI;
  • perdita dei benefici relativi all'appartenenza ai registri del Comitato Olimpico Nazionale.

E' di fondamentale importanza precisare che l'iscrizione al RUNTS da parte delle ASD, non è indispensabile e, nel caso volessero farlo, non è necessario trasformarsi in APS, ma è possibile mantenere entrambe le definizioni come indicato nella circolare 18/2018 dell'Agenzia Delle Entrate

Inoltre,  è giusto chiarire la differenza tra iscrizione al RUNTS e iscrizione al Registro tenuto dal CONI; il primo consente alle ASD di divenire ente del terzo settore, mentre il secondo è necessario per accedere alle disposizioni fiscali contenute nell’art. 90 della legge 289/2002.


Per facilitare il districamento tra i diversi pro e contro del RUNTS, di seguito elenchiamo i vantaggi dell'iscrizione al terzo settore, da parte delle ASD:

  • acquisizione della mera personalità giuridica ai sensi dell' art. 22 del CTS;
  • possibilità di avvalersi del regime di tassazione agevolato previsto per le APS;
  • agevolazioni per l'accesso al credito ai sensi dell’art. 67 del CTS;
  • godimento dei benefici previsti dal social bonus come da art. 81 del CTS.

Una volta preso atto dei vantaggi che si possono trarre dall'iscrizione al RUNTS, è giusto valutare anche gli svantaggi che ne derivano:

  • impossibilità di applicare gli art. 143, comma 3, dell’art. 144 comma 2,5 e 6 oltre che degli articoli 148 e 149 del TUIR, che prevedono la decommercializzazione di alcuni proventi derivanti da corrispettivi specifici, e le casistiche relative alla perdita della qualifica di ente non commerciale;
  • inapplicabilità della legge 398/91, invece ancora applicabile per le ASD al di fuori del terzo settore.

Ciascuno deve avere la possibilità di effettuare le proprie valutazioni, in quanto pro e contro vanno calcolati attentamente e, la scelta per le Associazioni Sportive non è immediata come possa sembrare: le agevolazioni derivanti dal registro del CONI e dal RUNTS sono diverse, ma altrettanto importanti.

In questo articolo abbiamo cercato di sciogliere alcuni dubbi riguardo ciò che è avvenuto in seguito alla riforma del terzo settore e, speriamo di avervi guidato attraverso la nebbia.

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