Motivazione e Sport: l’importanza di essere Allenatore

Francesco Esposito Francesco Esposito SitoASD

Si sente continuamente parlare di motivazione, soprattutto nello sport, ma non sempre nel modo giusto. 

Non temere e non demotivarti, continua a leggere e ti spiegherò cos’è la motivazione e come tu, nel ruolo di allenatore, puoi portare i tuoi sportivi sulla strada giusta, sostenendola.

La motivazione è un argomento che ha suscitato grande interesse in campo scientifico e accademico nel corso degli anni, tant’è che ha assunto diversi significati;

Ho scelto per te  due definizioni per chiarire meglio il concetto:

➤  “La motivazione è un meccanismo di attivazione dell’organismo che permette il raggiungimento di un obiettivo, in base alle condizioni ambientali” (Anolli e Legrenzi, 2001);

➤  “La motivazione è l’agente fisiologico, emotivo e cognitivo, che organizza il comportamento individuale verso uno scopo” (Mismetti, 2003).

In altre parole, la motivazione rappresenta l’insieme di ragioni interne o esterne che determinano inizio, intensità e persistenza di un comportamento diretto ad uno scopo.

Le motivazioni che spingono a praticare uno sport possono essere tantissime e variegate. Si può cominciare perché spinti dagli amici o dai genitori, perché si è visto un video su internet, perché si cerca un modo di sfogare l’energia accumulata durante la giornata, perché si ha voglia di fare nuove amicizie o semplicemente per rimettersi in forma dopo i bagordi delle festività varie ed eventuali.

Gli studiosi hanno elaborato diverse teorie sui motivi per cui si fa sport, ma in questo articolo ci concentreremo sulla Teoria dell'autodeterminazione (Self Determination Theory - Deci, Ryan 1985; Ryan, Deci, 2000), secondo cui le persone, quando svolgono un’attività, sono mosse da ragioni intrinseche o estrinseche, cioè interne o esterne a loro.

Motivazione intrinseca ed estrinseca

➨ La motivazione intrinseca caratterizza quei giocatori che si allenano per soddisfare i propri bisogni personali, quindi per sé stessi; di fatto, praticano sport per libera scelta, interesse e piacere.
Questa motivazione stimola il desiderio di mettersi in gioco e di imparare sempre qualcosa di nuovo, migliorando le abilità personali.


➨ La motivazione estrinseca, invece, caratterizza quei giocatori che praticano sport per ragioni esterne, come ad esempio i riconoscimenti simbolici (es. premi), la ricerca di approvazione da parte di altri (es. allenatore, genitori, compagni), il bisogno di dimostrare di essere più bravi, ecc.; di fatto, gli atleti dominati da questo tipo di motivazione considerano lo sport come un mezzo per ottenere qualcosa.
Facciamo degli esempi: “Faccio sport per far contento l'allenatore”, “...per stare con gli amici”, “...per vincere trofei”, ecc.

In realtà, non sempre la motivazione degli atleti si manifesta nettamente come intrinseca o estrinseca (magari fosse così semplice capire cosa passa per la testa a noi sportivi!). 

Per questa ragione, arriva in aiuto la teoria dell'autodeterminazione che afferma che la motivazione varia lungo un continuum che va dalla totale assenza di motivazione (amotivazione) alla sua più efficace espressione, la motivazione intrinseca. 

Et voilà!

Dagli studi è emerso che quella intrinseca è la miglior forma di motivazione che uno sportivo possa avere perché lo sostiene nei momenti di difficoltà e lo spinge a continuare nel tempo l’attività fisica, nonostante i sacrifici e i ritmi di allenamento impegnativi. 

Perciò, è fondamentale che tu, in qualità di allenatore, ne agevoli lo sviluppo e ti renderai conto di quanto sia più facile a farsi che a dirsi.


Come Sostenere La Motivazione Intrinseca

Per sostenere la motivazione intrinseca devi prima conoscere i fattori su cui si basa: 

1. Il bisogno di autonomia: si riferisce alla necessità da parte dell’atleta di percepire il controllo sulle proprie azioni, cioè di sentire di poter decidere liberamente cosa fare e come farlo, senza che glielo suggerisca qualcuno. 

Attenzione, questo non significa che sia lui a definire come allenarsi ma piuttosto che, all’interno della seduta gestita da te, abbia modo in alcuni momenti di potersi assumere la responsabilità di scegliere quale azione fare  (es. durante gli ultimi minuti di allenamento in cui organizzi una partita 4vs4, il giocatore sceglie se fare un tiro da 3 punti o attaccare il canestro)

2. Il bisogno di competenza: è legato all’esigenza dell’atleta di sentirsi efficace, capace e in grado di affrontare una specifica situazione (es. “Mi sento bravo nella battuta”); infatti è probabile che i bambini/ragazzi continuino a praticare un certo sport perché sentono di poterlo padroneggiare; 

3. Il bisogno di relazione: riguarda la necessità del giocatore di avere buone relazioni, di sentirsi accettato, apprezzato, capito e interconnesso ad altre persone per lui importanti (allenatore, genitori e compagni di squadra).

Se vuoi sostenere e fortificare la motivazione intrinseca dei tuoi atleti, cioè che giochino per il profondo piacere che dà loro lo sport, devi creare un ambiente che promuova la loro autonomia, competenza e relazionalità positiva.

In questo modo sarai l’allenatore migliore che i tuoi atleti possano desiderare e scoprirai che, insieme alla loro, anche la tua motivazione sarà alle stelle!

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