Fare da Mediatori quando ci si accorge di essere davanti ad una situazione di Bullismo non è facile, soprattutto quando avviene in contesti sportivi, dove il gioco di squadra e il condividere attimi di leggerezza sono fondamentali.
“Ti sei accorto che uno dei tuoi allievi è vittima di Bullismo ?”
Per riconoscere, prevenire il fenomeno e far sì che non si diffonda né all’ interno della struttura in cui lavori né in tutti gli altri ambienti, questo articolo ti potrà essere molto utile. Ecco i 5 step fondamentali che dovrai affrontare:
STEP 1) Conoscere il Fenomeno del Bullismo
- Bisogna individuare chi è coinvolto. Solitamente le figure sono 5: il bullo, il quale attua comportamenti aggressivi nei confronti di un compagno di squadra che nel nostro caso è la vittima (invisibile, impaurita) . Il bullo nella maggior parte dei casi ha delle “spalle” ovvero dei sostenitori. Vi possono poi essere da un lato gli spettatori passivi che “sanno ma non agiscono” , dall'altro lato troviamo invece i difensori della vittima i quali saranno per lui fonte di sostegno
- Il tipo di azione aggressiva che il bullo sta compiendo. Questa può essere: offensiva, diretta (fisica o verbale) o indiretta (esclusione della vittima), ripetuta in modo sistematico e/o senza un reale motivo
- Notare le conseguenze sulla vittima. Dal livello fisico (mancanza/eccessivo appetito, nausea, crisi di pianto…) al comportamentale (isolamento, abbandono dello sport…) a quello psicologico (ansia, depressione…) sono tutti campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione.
STEP 2) Osservare con Attenzione
Bisogna osservare silenziosamente gli atteggiamenti in e fuori dal campo. Ricordandosi sempre che già in età pre-scolare vi possono essere atti di Bullismo.
STEP 3) “Dal momento in cui si notano atteggiamenti sospetti cosa bisogna fare ?”- Prevenire
Innanzitutto l’allenatore deve scriversi tutto ciò che ha visto o sentito, informare il Responsabile delle attività e chiedere consigli a colleghi o esperti del settore (psicologi dello sport) per affrontare queste problematiche al meglio, decidendo poi se è il caso di contattare i genitori. Solo in un secondo momento entrare in contatto con vittima, bullo e/o squadra.
Step 4) Intervenire
- Per il Contatto con la vittima: Ricordarsi di avere sempre un atteggiamento rassicurante e non giudicante, fare domande generiche e se il bambino è disposto a parlare entrare nello specifico senza farlo sembrare un interrogatorio.
- Con il bullo: dopo la fase di osservazione fare sempre domande generiche e solo dopo entrare nello specifico. Bisogna cercar sempre di capire se è in grado di mettersi nei panni della vittima e il motivo per cui l’ha fatto. Da questo potranno emergere disagi particolari come problemi in famiglia o mancanza di empatia.
Bisogna sempre agire per il bene de bambino ed ascoltarlo sia nel caso sia vittima che bullo.
- Con la squadra: Nel caso si voglia fare prevenzione o la figura del bullo non sia stata individuata si potranno fare dei dibattiti durante i quali si daranno consigli, informazioni e si sensibilizzerà l’intera squadra, oppure elaborare con l’aiuto di esperti e successivamente distribuire questionari anonimi.
Step 5) Informare i genitori e cercare un confronto
Si può decidere di informare i genitori prima o dopo l’intervento vero e proprio con i ragazzi, sempre in accordo con il Responsabile delle attività o sotto consiglio degli esperti. In ogni caso non bisogna mai allarmarli e cercare sempre un rapporto collaborativo. Sono sempre consigliate, per la sensibilizzazione comune, riunioni generali a tema “bullismo”.
Per leggere la guida più approfondita della nostra psicologa dello sport: https://drive.google.com/open?id=1jUPxU7A8DV-gS2LTw3m6EyNsiWEzqu0Y
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