Atletica per persone con disabilità intellettive

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Maurizio Nalin si è reso disponibile per essere intervistato da Orangogo. Medaglia olimpica a Barcellona nel '92, ad Atlanta nel '96, a Sidney nel 2000 e detentore del record del mondo del pentathlon diversamente abile. Atleta della nazionale italiana paralimpica dal 1990 fino al dicembre del 2012 e soprannominato albatros.

Siamo state invitate a Vercelli per trascorrere con lui e due dei suoi atleti un pomeriggio di allenamenti, all'insegna dell'atletica leggera per persone con disabilità motorie e intellettive. Nel 2013 è diventato allenatore di secondo livello di atletica leggera, specializzato nei lanci. Una volta che la psicologa dello sport, Ambra Nagliati, lo ha intervistato  >> leggi la scheda sport 

abbiamo poi fatto qualche domanda ai due atleti che da lì a poco si sarebbero allenati. Entrambi giovanissimi con disabilità intellettive, erano entusiasti di raccontare la loro vita piena di stimoli, all'insegna dello sport, sorprendente il numero di attività sportive che hanno praticato e che tuttora svolgono nel loro tempo libero. La loro adolescenza è segnata dalla competitività, vittorie e  traguardi da raggiungere. Lo sport li ha aiutati a stringere nuove amicizie e aumentare la loro sicurezza per vivere a pieno.

Arrivato il momento di scendere in campo, i ragazzi si sarebbero dovuti allenare come se fossero stati in gara e dunque concentrarsi al massimo. Dopo essersi riscaldati si sono cimentati nel lancio del disco con rotazione e non. Ad occhio inesperto sembra un gesto semplice e naturale, in realtà, basta assistere ad un allenamento per rendersi conto che non è così. La rotazione del corpo, il movimento del braccio e la direzione che prende il disco, sono tutti gesti tecnici molto difficili da riprodurre. Una volta che i ragazzi avevano acquisito sicurezza e effettuato dei lanci soddisfacenti, l'allenamento era terminato. 

A fine giornata abbiamo potuto trarre le conclusioni su ciò che avevamo imparato sull'atletica per persone con disabilità

" è uno sport fantastico perché vai alla scoperta dei tuoi limiti, per poi superarli"

 (M. Nalin)

Questo sport, come tutti gli altri sport inclusivi, può dare una svolta e una marcia in più alla vita di chi decide di intraprenderlo, migliora il fisico, stimola la mente e da soddisfazioni personali che permettono di aumentare l' autostima di ogni persona con disabilità, permettendo a tutti di conoscere i propri limiti. 

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