Da sempre siamo a conoscenza di quanto sport e salute siano strettamente collegate. Andando nello specifico spiegheremo come, anche chi ha una predisposizione genetica a malattie cardiovascolari, tragga benefici dall'attività fisica.
Grazie ad uno studio osservazionale della Standford University School of Medicine su quasi mezzo milione di partecipanti si è scoperto che, anche chi è predisposto geneticamente a contrarre malattie cardiovascolari, può mantenere un cuore più sano praticando sport.
I ricercatori della Standford, insieme al contributo dell'Università di Uppsala in Svezia, hanno analizzato i dati di quasi mezzo milione di persone, caricati sul database del Regno Unito,per determinare il livello di fitness dei partecipanti. Dei 482.702 sono stati analizzati inoltre i dati genetici di 468.095 persone. Sono arrivati ad affermare che:
"Le persone non dovrebbero semplicemente rinunciare all'esercizio perché hanno un alto rischio genetico per le malattie cardiache e, anche chi ha un basso rischio genetico, dovrebbe comunque fare esercizio."
( Erik Ingelsson, professore medicina cardiovascolare)
Infatti, i partecipanti con alto rischio genetico di contrarre malattie cardiache risultanti con alti livelli di fitness cardiorespiratorio, hanno un rischio inferiore del 49% di contrarre una malattia coronarica e fino al 60% in meno di essere colpita da fibrillazione atriale (aritmia più diffusa nella popolazione in generale) rispetto a chi aveva bassi livelli cardiorespiratori.
Dei partecipanti a rischio genetico intermedio è stata analizzata la forza di impugnatura, i più forti avevano un rischio inferiore al 36% di sviluppare una malattia coronarica e al 46% il rischio di fibrillazione atriale, rispetto ai partecipanti con lo stesso rischio genetico e prese più deboli.
In conclusione i ricercatori hanno affermato che, tutti coloro con livelli di attività fisica elevati, hanno un rischio più basso di contrarre malattie come quella coronarica, ictus e fibrillazione atriale.
Questo studio è risultato fondamentale per la salute pubblica, i medici stessi infatti possono consigliarlo per cambiare lo stile di vita dei pazienti e fare effettivamente la differenza per il mantenimento della salute a lungo termine.
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