Seconda lezione: Uno sport individuale?

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Il bello di stare insieme

Questa seconda lezione si è svolta in gruppo. Nonostante la lezione individuale sia stata più intensa (perché l’allenatore guarda, corregge e consiglia solo te), ritengo che allenarsi in gruppo, soprattutto quando si è in fase iniziale di apprendimento, sia la scelta vincente: hai modo di confrontarti, di osservare gli altri e soprattutto di prendere fiato tra un esercizio e l’altro!  

La tecnica, la forza e la resistenza

Ci siamo nuovamente interfacciati con le 3 pareti che, in base alle capacità che sviluppano, chiamerò rispettivamente “La tecnica”, “La forza” e “La resistenza”.
La tecnica: L’obiettivo del lavoro era quello di apprendere e fissare nella memoria i movimenti base. Sin da subito ho apprezzato lo stare in gruppo. In primis perché si creano le solite situazioni simpatiche del “chi va per primo a fare l’esercizio!?” secondo perché, mentre fai due chiacchiere, hai numerose occasioni per osservare gli altri, per far funzionare i neuroni specchio e provare a riprodurre ciò che hai visto.
La forza: nella seconda parte dell’allenamento ci siamo cimentati in un percorso dove ogni appiglio era contrassegnato da un numero e un colore. In questa fase sembrava fossimo in tre a scalare perchè sentivo il sostegno costante dei miei due compagni di corso.
La resistenza: Stefano ha deciso che per concludere l’allenamento avremmo nuovamente provato l’ebrezza di salire in alto (yeeeee!). Anche in questo caso il sostegno e la partecipazione del gruppo sono stati determinanti. Quando sei da solo può capitare che, sentendo la stanchezza, inizi a pensare “tanto non ce la fai”, “non reggo più”, “mollo!”; diversamente quando ti alleni con altre persone tutti questi pensieri vengono magicamente spazzati via dal tifo. È una sensazione splendida. Da provare.

>>Leggi la terza lezione di arrampicata!

L’arrampicata è uno sport individuale…anche no!

In tutte e tre le fasi di allenamento non mi sono mai sentita sola perchè nonostante fossi sospesa nel vuoto  riuscivo ad affidarmi alle parole del maestro e del gruppo.

Quello che però ritengo sia importante, arrivati a un certo livello di bravura, è che quelle voci di incoraggiamento che inizialmente sono al di fuori, è bene assimilarle e farle nostre. Perché un giorno, quando ti ritroverai davvero a scalare una montagna, immagino che non ci sarà nessuno oltre te a sostenerti e a darti consigli su quale strada prendere.

L’arrampicata come la vita

Ciò che sto apprendendo in questo corso è che la capacità di ragionamento nell’arrampicata è fondamentale. Devi essere in grado di gestire una situazione “scomoda” e potenzialmente di pericolo con lucidità: ricordare i “trucchi tecnici” che ti fanno spendere meno energia, analizzare la parete e agire. Non sempre è così semplice, soprattutto quando senti le mani scivolare dall’appiglio e magari ti lasci andare. In quei casi ti sale il nervoso...fidati, ma è un’occasione per studiare meglio la parete e ritentare. Potrei quasi paragonare la parete di arrampicata ad alcune situazioni della vita: analizzi la strada migliore, sbagli, cadi e ci riprovi…fino a quando non raggiungi la vetta (obiettivo).
Credo che questo sport possa essere un bel modo per allenare certe competenze, oltre la capacità di ragionamento. Prima fra tutte la resilienza.

>>Leggi la terza lezione di arrampicata!

Considerazioni conclusive

Tornando a casa mi sono sentita bene. Soddisfatta del lavoro fatto…qualche giorno dopo mi è capitato di salire sopra un mobile (sorvoliamo il motivo!) e magicamente ho utilizzato i consigli di Stefano! Questo sport sarà anche utile anche per le faccende di casa???

STAY TUNED!

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